C'est l'Afrique 2013 - Frenesia - Luca Rau

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Appunti di Viaggio


C'est l'Afrique 2013

Questo viaggio, in realtà, è il proseguimento nonché ritorno di quello effettuato ad ottobre/ novembre 2012.

A differenza dei due precedenti viaggi, questo prevede la partecipazione di tutta la famiglia sfruttando il fatto che la nostra auto è già a Banjul ad attenderci, cosa che ci permette di fare un itinerario interessante "one-way" con un numero limitato di giorni rubati alla scuola dei nostri due pargoli.

16 marzo, finalmente parto alla volta di Banjul con l'apprensione di un bambino che va a riprendersi il suo giocattolo dopo mesi di attesa; treno fino a Bologna e poi Royal Air Maroc per Casablanca e per Banjul dove arrivo alle una di notte, rapido trasferimento verso il Camping Sukuta grazie a Martin che con teutonica puntualità mi aspettava all'aeroporto ed ecco la il '78 che mi aspetta come l'ho lasciato!

Come mi aspettavo, Claudia e Joe (titolari del Sukuta) si sono dimostrati precisi ed affidabili, come richiesto hanno provveduto a rinnovare il "permesso" per l'auto scaduto a fine anno ed hanno già stipulato la nuova polizza RC mantenendo fede ai costi preventivati.

Dopo aver fatto di provviste di prodotti freschi, partenza verso la zona a sud del Gambia che non ho ancora visitato a ritmi estremamente turistici, sia perché mancano ancora 4 giorni all'arrivo del resto della famiglia a Dakar (ed ovviamente mi ero preso margine di tempo per rimediare ad eventuali problemi che non ho avuto) sia perché stiamo parlando di distanze ridottissime (poche decine di km). Fatti pochi km da Serrekunda, la zona più turistica del Gambia, il paesaggio cambia completamente e la natura torna ad essere padrona incontrastata delle spiagge riuscendo a coabitare in maniera armoniosa con piccoli villaggi di pescatori dove ancora vengono utilizzate le tradizionali tecniche di pesca.


È giunto il momento di puntare verso nord, il traghetto sul fiume Gambia mi aspetta come aspetta decine di migranti carichi di borse diretti verso Dakar da dove partono i collegamenti verso l'Europa; sbarcato a Barra vado rapidamente verso la dogana con il Senegal dove, come purtroppo oramai tradizione vuole, iniziano i problemi ed infatti non mi vogliono rilasciare il passavant per più di 48 ore nonostante abbia provato a "giocarmi svariate carte", saluto e tramite una bella pista punto verso est andando a provare l'ingresso in un'altra frontiera dove anche in questo caso niente da fare, quindi senza altra scelta entro in Senegal con la consapevolezza che a causa di una demenziale burocrazia passerò i due giorni successivi a Dakar per rinnovare il permesso.


Siamo al 22 marzo e Lucia, Giulia e Lorenzo sono arrivati a Dakar dopo essersi fatti la loro bella parte di trasferimento con treno e due aerei; giornata di riposo con canonica visita all'isola di Gorée, a spasso tra viuzze piene di coloratissimi batik, provando ad immaginare cosa possono aver "provato" tutti gli schiavi passati su questa isola fino al 1848 anno di abolizione della schiavitù.


I giorni successivi sono stati dedicati alla riserva di Bandia, dove Giulia e Lorenzo sono rimasti a “bocca aperta” nel vedere giraffe, rinoceronti, zebre, bufali, coccodrilli oltre ad una moltitudine di altri animali girare liberamente a pochi metri da noi ed al delta del Saloun, un'altra zona molto bella dal punto di vista naturalistico, famosa per un turismo eco sostenibile.


Giunto il momento di invertire la direzione, puntiamo verso Saint Louis facendo "sosta obbligata" al Lago Rosa dove l'effetto rispetto alle altre volte è particolarmente visibile ed il lago è quasi color porpora; attirati dallo storico traguardo della Pargi  Dakar, decidiamo di proseguire sulla spiaggia per circa 80 km prima di riprendere l'asfalto che ci porterà allo Zebra Bar, dove faremo base per i tre giorni successivi nei quali visiteremo Langue de Barbarie, Saint Louis e alcuni villaggi vicini con i relativi mercati.


Fatte le relative formalità di ingresso in Mauritania, come da programma percorriamo circa metà della pista di Diema ed entriamo nel Parco Nazionale di Diawling, dove passiamo la notte al Maure Bleu, uno splendido accampamento sul mare dove la parola natura trova l'essenza del proprio significato, dove la doccia si fa con il secchio e dove si usa la corteccia di palma per coprire i propri bisogni fisiologici, ma dove a giusta conclusione di una giornata per cena vengono serviti esclusivamente prodotti del parco sapientemente cucinati da Amadou il gestore dell'accampamento.


Partenza di prima mattina accompagnati da un forte vento, tanto da farci pensare, anche se a malincuore, di evitare di entrare al Banc d'Arguin ma poi decidiamo di provarci comunque e la scelta viene premiata, infatti verso l'ora di pranzo il vento cala ed i pargoli fanno anche il bagno ed a quel punto la scelta di rimanerci per la notte vien da se; quindi ci sistemiamo poco fuori l'accampamento del villaggio di Iwik, dove consumiamo una cena a base di pesce cucinata dalle mogli dei pescatori del villaggio in quantità "fuori misura", tanto da costringerci, anche se con dispiacere, a lasciarne buona parte.


Partenza di buon'ora per quella che sarà una delle tappe più lunghe di tutto il viaggio, sia per i chilometri da percorrere sia per le oltre due ore necessarie per le pratiche di frontiera tra Mauritania e West Sahara, con conseguente arrivo nel tardo pomeriggio a Dakhla dove rimaniamo in completo relax nei due giorni successivi girovagando tra una spiaggia e l'altra ammirando le  evoluzioni delle decine di Kite Surfer.


Il viaggio continua ed anche oggi i chilometri da percorrere sono molti ma la strada è scorrevole ed il tempo passa velocemente, tra piccoli villaggi di pescatori, relitti di navi sulla spiaggia, pranzo a Boujdour con brochette di dromedario e sosta a Tarfaya per vedere Casa de Mar ed il monumento ad Antoine de Saint Exupery (autore de Il Piccolo Principe).  ci sono molte occasioni per fermarsi e far distrarre i pargoli nel trasferimento verso  Le Courbine d'Argent dove ceneremo e passeremo la notte "coccolati" dalla gentilezza di Paul nei confronti dei bambini


Partenza "tranquilla" dopo un'abbondante colazione in direzione di Tan Tan Plage dove pranziamo sulla spiaggia con una bella grigliata di pesce e da dove ci dirigiamo verso Tafnidilt per passare la notte all'omonima Maison d'Hotes.
Proseguiamo il nostro viaggio tramite una pista che fiancheggiando il Oued ci porterà sull'oceano, per poi proseguire verso nord costeggiandolo per svariate decine di chilometri permettendoci di ammirare panorami mozzafiato e scorci molto suggestivi fino a condurci a Fort Bou Jerif, dove dopo la visita ai ruderi del vecchio forte, passeremo la notte al vicino Campement gestito in maniera impeccabile dal nuovo proprietario francese.


Il viaggio continua ma da ora in avanti prenderà un "passo" molto più turistico andando a toccare mete classiche come Tiznit famosa per i suoi artigiani argentieri, Essaouira con le sue fortificazioni a picco sull'oceano e la sua splendida spiaggia e Marrakech che certo non ha bisogno di presentazioni, da dove il sei aprile Lucia, Giulia e Lorenzo prenderanno l'aereo per Pisa.
Lasciati i "compagni di viaggio" in aeroporto torno sull'oceano e mi dirigo a Ovalida, città molto turistica conosciuta per la sua bella laguna dove passerò la notte, per poi proseguire nei due giorni successivi verso Moulay Bousselham e Tangeri in attesa di prendere la nave per Livorno, cogliendo l'occasione per visitare la storica Medina ed il lungomare un po’ retrò famoso per essere stato frequentato nel secolo scorso da artisti, poeti e scrittori non per ultimo Paul Bowles autore tra l’altro di “The Sheltering sky” (Il the nel deserto).

  Luca Rau

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